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venerdì, settembre 12

Pubblicità Shock in Germania

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Mentre Eva-Britt Svensson, vicepresidente svedese della Commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere del Parlamento Europeo lotta affinchè anche in pubblicità si abbandonino gli stereotipi soprattutto sessisti, dalla Germania arriva la seguente notizia:
"Due campagne pubblicitarie a sfondo misogino e nazista sono state censurate dall'Authority tedesca. Nel primo caso ad incorrere nelle ire dei sorveglianti della correttezza delle immagini pubblicitarie e' stata la "G&M", un'azienda produttrice di carne di Boenningheim, nella Germania meridionale, che pubblicizza la propria merce con lo slogan "La bellezza viene da dentro - Servizio G&M di carne fresca".

L'azienda ha gia' provveduto a ritirare i manifesti che ritraevano un corpo di donna con sopra il timbro "G&M - Qualita' controllata", mentre si rifiuta di fare lo stesso con il manifesto in cui si vede ritratta una bellissima ragazza bionda, seminuda e dagli occhi azzurri, a fianco dei furgoni dell'azienda per il trasporto della carne macellata con a fianco lo slogan "I nostri furgoni consegnano la carne sempre fresca e refrigerata". La 'Zaw' ha condannato come sessista entrambi i tipi di pubblicita', giudicando "misogina e umiliante sul piano personale" l'equazione tra la carne fresca macellata e un corpo di donna.

Bocciata anche la pubblicita' online di una societa' di Griesheim, "Ahnenforschung Ltd.", che offre ricerche genealogiche ai suoi clienti. In un'immagine si vede il ritratto di Hitler, con a fianco la scritta posta sopra la testa di una ragazza con la bocca spalancata per la sorpresa che recita: "Di chi sei parente? Scoprilo adesso". Anche la fabbrica di mobili "Heuberg-Wagner" ha dovuto rinunciare alla sua pubblicita' sessista in cui si vede una ragazza con uno squarcio di forma quadrata nella gonna, che mostra l'inguine nudo, mentre in alto una scritta recita: "Quando manca qualcosa". Nei primi sei mesi di quest'anno la "Waz" ha esaminato 118 campagne pubblicitarie denunciate come offensive dai cittadini ed in 30 casi ha espresso un biasimo, che quasi sempre ha condotto al ritiro delle pubblicita' da parte delle aziende".

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