L'emergenza lupi che nei giorni scorsi ha tenuto con il fiato sospeso gli abitanti di Mosca, è improvvisamente rientrata. Dietro la serie di avvistamenti caricati in rete e divulgati dai notiziari delle principali emittenti televisive nazionali si celava infatti Wolf is Back, una campagna virale abilmente orchestrata dall'agenzia FirmaStyle per il brand Eristoff.
Gli avvistamenti
Il reveal
finalmente un pò di guerrilla!
RispondiEliminain bocca al lupo ad Eristoff!
Era da tempo che non si vedeva una campagna così bella e così pienamente in sintonia con il vero guerrilla marketing. Grazie della segnalazione, ricambiamo informandoti del fatto che ci saranno approfondimenti interessantissimi sul prossimo numero di Subvertising, in uscita il 15 novembre.
RispondiEliminapersonalmente la inquadrerei/collocherei nel viral marketing più che nel guerrilla. comunque bella! attendiamo gli approfondimenti ;)
RispondiEliminaDaniele!
RispondiEliminaProprio tu no!
Il viral è una delle tante possibilità offerte dal guerriglia marketing. Tra l'altro, per via della tipologia di seeding utilizzata, che non si è limitata alla sola dimensione della rete, qui siamo di fronte ad una bellissima attività di guerriglia marketing, di quelle proprio "old school".
Insisto. Non vedo tracce di guerrilla. Vedo una serie di video, ben fatti e ben seminati che rimandano a un sito. Vedo, inoltre, la riconferma della credibilità assunta dalla rete, dalla quale i notiziari (e non solo) attingono contenuti, soprattutto se apprezzati dagli utenti.
RispondiEliminaDipende allora dalla tua definizione di guerrilla marketing. Crediamo di non sbagliare quando diciamo che è un insieme di strategie e di tecniche, tra cui, il viral (che è video), lo street (che qui non c'è).
RispondiEliminaPrima dell'arrivo massiccio della rete allora, come si faceva? Luther Blissett mandava le lettere alle redazioni dei giornali su eventi inesistenti o assurdi, che diventavano cronaca (es. la prostitua e i preservativi bucati). Il guerriglia marketing è un contenitore. Almeno così ha detto chi lo ha importato!:)
Tendenzialmente non attribuisco al guerrilla marketing la generica definizione di “marketing non convenzionale” quanto piuttosto quella di precisa attività che si sviluppa seguendo lo schema “teaser - seeding – revealing”.
RispondiEliminaIn questa campagna, ripeto, vedo dei contenuti attraenti che promuovono (da subito) un sito. Contenuti spacciati dalle bramose emittenti televisive come notizia.
PS: non sbagliate, come tutte le forme di marketing, anche il guerrilla marketing è un insieme di tecniche e strategie.:)
Ah, tutto si svela allora.
RispondiEliminaForse hai un link sbagliato. Nel video originale, non c'è nulla di riconducibile ad un sito. Le etichette sono state applicate, là dove ci sono, successivamente. Siamo comunque in contatto con Mosca per ulteriori dettagli che sveleremo tra meno di due settimane! Grazie e a tra poco!
Ottimo!
RispondiEliminaA presto