Dopo aver fatto in pochi giorni il giro del web, viene finalmente svelato il mistero della curiosa “rosa carnivora”: una varietà di pianta mai vista prima, scoperta nel piccolo comune di Mombaruzzo, dalle insospettabili doti di cacciatrice e diventata per questo paladina dei vigneti.
Si tratta di un’operazione di viral marketing ideata e realizzata interamente da Mosaicoon per il brand vinicolo Pico Maccario, uno dei maggiori produttori della DOCG Barbera d'Asti in Piemonte, che ha dimostrato il suo spirito innovativo optando per una campagna di marketing non convenzionale per promuovere i suoi vini sul web.
La viral media company si è occupata della produzione e distribuzione sul web di un video- documentario, girato da una fantomatica tv australiana, che testimonia l’incredibile scoperta immortalando la rosa nell’istante più atteso: la cattura di un insetto.
L’idea della rosa carnivora prende spunto dal logo di Pico Maccario che ha scelto la rosa come simbolo dell’azienda proprio per il suo fondamentale valore in vigna. Nei tempi antichi la rosa, era, infatti utilizzata per rivelare in anticipo le malattie della vite. Ed è così che la rosa da preda per insetti e parassiti si trasforma, nell’operazione virale, in predatrice schierata a difesa dei vigneti circostanti.
La campagna ha richiamato l’attenzione di oltre 70 blog e magazine online che hanno dedicato un articolo alla “rosa carnivora” scatenando un repentino passaparola sul web intorno allo strano fenomeno scoperto all’interno della tenuta Pico Maccario.
Il video “Scoperta la prima rosa carnivora” ha totalizzato, in meno di 2 settimane, oltre 200.000 visualizzazioni su Youtube e più di 3.500 interazioni su Facebook e Twitter.